Maratona

Justin Fiske

Justin Fiske

"Sono un tipo da numeri: quando mi spingo su settimane da 110 miglia e cerco di rispettare determinati ritmi, i dati sono tutto. Prima di ENGO, anche il piccolo movimento di sollevare il polso per controllare l'orologio interrompeva il mio ritmo e la mia respirazione. Può sembrare una cosa di poco conto, ma a livello di élite, quei 4-5 secondi per riprendere il passo possono fare la differenza in un allenamento.

Alla Detroit Free Press Half Marathon, ho usato ENGO per dividere negativamente la gara, qualificandomi per la mia prima gara professionale d'élite a Philadelphia. La vera svolta è arrivata alla maratona di Houston, dove ho ridotto di ben 7 minuti il mio PR, chiudendo in 2:28. Avere il mio passo, la frequenza cardiaca e il tempo trascorso direttamente nel mio campo visivo mi ha permesso di mantenere una forma perfetta e di raggiungere con precisione ogni frazione!

L'aspetto particolarmente prezioso dell'ENGO 2 fotocromatico è il modo in cui si adatta alle mutevoli condizioni di luce. Le partenze delle maratone avvengono spesso prima dell'alba, quindi avere un occhiale che passa da trasparente a sfumato con l'aumentare della luce diurna elimina un'altra variabile da gestire.

Per i corridori master che si spingono a ritmi d'élite, ogni vantaggio fisiologico è importante. Quando ci si avvicina alla soglia durante una corsa a tempo o si cerca di raggiungere il ritmo maratona durante una 20 miglia, ENGO diventa un'estensione del corpo, creando una connessione perfetta tra l'intento della mente e l'esecuzione del corpo. Non si tratta solo di comodità, ma di ottimizzare ogni aspetto della prestazione quando i margini di miglioramento si riducono sempre di più".

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